Il sistema fiscale italiano prevede che il lavoro occasionale sia regolarizzato dall’emissione di una fattura ad hoc.
Per rilasciare una fattura occasionale, è necessario che la prestazione lavorativa non sia svolta in modo professionale, non abbia il carattere continuativo e soprattutto non sia un’attività abituale.
Quindi la fattura occasionale può essere emessa solo quando mancano questi tre criteri, in quanto negli altri casi sarà doveroso aprire partita Iva o costituire una società di persone o di capitali.
Quali sono i criteri per rilasciare una fattura occasionale?
Prima di analizzare le caratteristiche di una fattura occasionale, è opportuno soffermarsi sui criteri che caratterizzano questa forma di collaborazione temporanea.
Come già anticipato in precedenza, le prestazioni occasionali non devono essere svolte in modo:
– Professionale: il lavoro non deve essere caratterizzato dal requisito della professionalità in quanto, in questo caso, le disposizioni del codice civile prevedono l’applicazione delle norme in materia di attività di impresa;
– Continuativo: il lavoro occasionale non può avere durata superiore ai 30 giorni presso lo stesso committente, poiché in questi casi si parlerebbe di collaborazione professionale;
– Abituale: il lavoro occasionale non deve essere svolto in modo abituale perché verrebbe meno il criterio dell’occasionalità.
Pertanto solo in assenza di questi tre criteri si può rilasciare la fattura occasionale, in modo tale da regolarizzarsi con il fisco italiano e trasformare, allo stesso tempo, i compensi in redditi “diversi”.
Cosa inserire in una fattura occasionale
Per rilasciare una fattura occasionale, è obbligatorio indicare:
– Il proprio nome e cognome;
– Il proprio indirizzo di residenza;
– Il proprio codice fiscale;
Inoltre bisognerà indicare i dati fiscali del committente o dell’azienda che ha commissionato il lavoro temporaneo e le eventuali mansioni svolte.
I dati fiscali del committente includeranno:
– Nome e cognome del committente o denominazione dell’azienda;
– Indirizzo di residenza del committente o dell’impresa;
– Codice fiscale ed eventuale partita Iva del committente o dell’azienda;
Inseriti i dati fiscali delle parti che hanno stipulato il contratto occasionale, il lavoratore dovrà indicare, in fattura, anche l’importo netto e la relativa ritenuta d’acconto.
Come calcolare il compenso netto di una fattura occasionale
Per calcolare il compenso netto di una fattura occasionale, è necessario detrarre la ritenuta d’acconto che è pari al 20% dell’importo totale.
Ovviamente la fattura occasionale non va confusa con la fattura con ritenuta d’acconto e Iva (scopri come rilasciare fattura con ritenuta d’acconto e Iva), in quanto nelle prestazioni occasionali l’Iva non va calcolata.
Quindi, ad esempio, se l’importo totale è di 1000 euro, il compenso netto sarà di 800 euro ovvero: 1000 – (1000:100*20).
Invece qualora fossimo a conoscenza dell’importo netto, per calcolare il compenso totale sarà necessario moltiplicare lo stesso compenso per il coefficiente 1.25.
Riprendendo l’esempio di prima, l’importo totale sarà dato da: 800*1.25=1000.
Marca da bollo per fatture occasionali
Oltre all’importo netto, il lavoratore potrà richiedere al committente anche il pagamento della marca da bollo.
Infatti il sistema fiscale italiano prevede che le fatture occasionali siano accompagnate da marca da bollo (dal valore di 2 euro) solo quando l’importo è superiore a € 77.47.
Se l’importo fosse inferiore al limite previsto dalla legge italiana, non sarebbe necessarui comprare la marca da bollo.
Naturalmente l’importo della marca da bollo non è soggetto a ritenuta d’acconto e pertanto va sommato solo dopo aver determinato il compenso netto, oppure dovrà essere pagato direttamente dal lavoratore occasionale.
Fatture occasionali: obbligo di fatturazione elettronica?
Per rilasciare una fattura occasionale non è obbligatorio dotarsi di un software digitale, ma si può elaborare il documento anche con un semplice programma di scrittura come Word.
Infatti le nuove normative in materia di fatturazione elettronica non hanno incluso le prestazioni occasionali che resteranno escluse dall’obbligo di fatturazione digitale e di connessione, in real time, con il sistema fiscale dell’agenzia delle entrate.
Quali sono le limitazioni delle fatture occasionali?
Le fatture occasionali prevedono anche alcune limitazioni.
Oltre ai criteri elencati all’inizio di questo articolo, un lavoratore non può emettere fatture occasionali per un importo superiore ai 5000 euro in un anno solare.
L’importo non si riferisce al compenso netto, bensì a quello totale.
Dunque nel complesso un lavoratore può rilasciare fatture occasionali per un importo netto totale di 4000 euro con relative ritenute d’acconto pari a 1000 euro.
Le ritenute d’acconto vanno versate dal committente e le stesse somme potrebbero essere recuperate dal lavorate con la dichiarazione dei redditi.
Infatti le fatture occasionali costituiscono fonte di reddito e pertanto vanno dichiarate al fisco.
Conclusioni
Per rilasciare fattura occasionale è necessario: rispettare i criteri previsti dalla legge italiana, dotarsi di un programma di scrittura digitale ovvero inserire i propri dati fiscali e quelli del committente.
Inoltre ogni lavoratore dovrà calcolare l’importo netto e la ritenuta d’acconto, nonché capire se è doveroso apporre la marca da bollo.
La ritenuta sarà versata dal committente, mentre il valore dalla marca da bollo potrà essere sommato al compenso netto oppure pagata direttamente dal lavoratore occasionale.
Conclusa la fase di emissione, le fatture occasionali dovranno essere conservate in modo tale da inserirle nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.
Dovresti correggere la parte relativa a: “Per rilasciare una fattura occasionale non è obbligatorio dotarsi di un software digitale, ma si può elaborare il documento anche con un semplice programma di scrittura come Word.”
A meno che tu non abbia problemi fisici o religiosi, mi risulta che nulla ti vieta di scriverla a mano o anche, se sei analfabeta, dettarla a qualcun’altro che la scriva per te.
Saluti
Caro Emanuele non vedo perché dovrei correggere questa parte dell’articolo visto che NON ho scritto si può solo elaborare con Word. Ho usato la congiunzione anche. Purtroppo l’italiano ha delle regole precise che non tutti conoscono. Inoltre sul mio blog si parla di strumenti digitali, dunque citare la fattura cartacea é un vero e proprio controsenso.
In conclusione la prossima volta, prima di lasciare il classico commento da sapientone, analizza il testo e i contenuti del blog
Salve, a volte faccio una segnalazione di un cliente ad una azienda che mi riconosce una provvigione per il contatto creato. Mi è chiaro (avendo letto il suo articolo) ciò che debbo fare, ma Le chiedo da parte dell’azienda come gestisce la mia fattura emessa con il solo Codice Fiscale, (non ho aperto partita IVA) rispetto alle altre fatture che riceve da altri e che sono “elettroniche”? Mi rendo conto che è un problema dell’azienda, ma vorrei comunque capire come funziona. Nel ringraziarla ed in attesa di una sua risposta, Le porgo i miei più Cordiali Saluti.
Attilio
Salve Attilio, allora la fattura elettronica è stata istituita dal Governo per evitare i soliti “giochetti” sull’Iva. Quindi per la fattura occasionale non ci sono problemi visto che non viene conteggiata l’Iva, La fattura sarà consegnata all’azienda che dovrà versare la ritenuta d’acconto (quindi deve chiedere la ricevuta del versamento) e dovrà registrarla nei libri contabili e nel bilancio aziendale come altre spese.
Però nel suo caso, potrebbe esserci un vizio di forma (in caso di controlli). Infatti lei e l’azienda avete instaurato (in teoria) un rapporto di collaborazione (duraturo nel tempo). Pertanto in caso di controlli potrebbero esserci delle sanzioni. Per questo, le consiglio di parlare con l’azienda e magari di sottoscrivere un contratto a progetto così da mettersi in regola con le normative italiane.
Un abbraccio.