Nel content marketing, la distribuzione dei contenuti – la S di Share nel paradigma delle 5S (scopri di più) – è uno degli aspetti più rilevanti di questa strategia di comunicazione aziendale.
Infatti solo attraverso un’attenta distribuzione dei contenuti di qualità sarà possibile acquisire nuovi clienti e creare, allo stesso tempo, nuove opportunità di vendita.
Per questo motivo è fondamentale scegliere i media più adatti per veicolare i contenuti aziendali e raggiungere, in questo modo, la propria community di riferimento.
Kotler, massimo esperto di marketing management, nel suo libro Marketing 4.0 sostiene che la diffusione dei contenuti nel content marketing può avvenire in tre modi:
- Sui canali di proprietà;
- Sui canali a pagamento;
- Sui canali guadagnati;
I canali di proprietà nel content marketing
Per canali di proprietà si intende tutti quei media controllati direttamente dall’azienda dove è possibile consultare solo ed esclusivamente il materiale di una specifica attività commerciale.
Ad esempio, in questa categoria rientrano di diritto:
- Siti web;
- Blog;
- App;
- Newsletter;
- Forum;
- Eventi aziendali;
La distribuzione dei contenuti su questi media è quasi sempre gratuita, ma nonostante ciò è pur sempre necessario investire una parte del budget (promozionale) per creare e gestire i relativi canali.
Progettare un sito web, un blog o un’app aziendale significa anche investire una determinata somma di denaro sui server che dovranno ospitare la piattaforma, ovvero sullo spazio hosting dove saranno collocati i contenuti di proprietà.
La diffusione dei contenuti sui canali aziendali è molto vantaggiosa per chi vuole sviluppare una strategia di fidelizzazione delle vendite, mentre può essere estremamente svantaggiosa per chi vuole acquisire nuovi clienti.
Infatti in quest’ultimo caso è molto più indicato diffondere i contenuti sui media a pagamento così da raggiungere un pubblico più vasto e ottenere nuove possibilità di business.
I canali a pagamento nel content marketing
I canali a pagamento nel content marketing sono tutti quei media dove è necessario pagare una certa somma per distribuire i contenuti aziendali.
Quindi in questo caso si tratta di un vero e proprio investimento pubblicitario che potrà essere monitorato con le classiche metriche di analisi che caratterizzano l’economia aziendale.
In questa categoria troviamo:
- Televisione;
- Radio;
- Stampa;
- Social network;
- Sem;
Questa tipologia di media è particolarmente indicata per le attività commerciali che vogliono migliorare la notorietà del marchio di impresa (scopri la notorietà del brand nel marketing) ovvero per quelle aziende che vogliono ampliare la propria community di riferimento.
I canali guadagnati nel content marketing
La terza ed ultima categoria di canali nel content marketing è quella che Kotler definisce earned media.
Gli earned media sono dei canali intangibili, ossia media senza forma, generati dal coinvolgimento emotivo e psicologico dei clienti o potenziali acquirenti.
Questa categoria di canali è costituita da due strategie di marketing molto innovative: il passaparola e l’influencer marketing.
Entrambe le iniziative hanno una connotazione virale ed è proprio la viralità a rappresentare l’elemento più rilevante per la distribuzione dei contenuti aziendali.
Infatti sia il passaparola che l’influencer marketing sono molto utili per diffondere i contenuti con il cosiddetto “effetto a cascata”.
La viralità del contenuto può essere generato solo dalla combinazione perfetta dei canali di proprietà e di quelli a pagamento, in quanto solo in questo modo sarà possibile ottenere l’ “effetto a cascata” che determinerà il successo, o l’insuccesso, di un’iniziativa di marketing.
Conclusioni
La distribuzione dei contenuti nel content marketing può avvenire mediante: i canali di proprietà, i canali a pagamento e i canali guadagnati (earned media).
I canali di proprietà sono particolarmente indicati per rafforzare il legame tra aziende e clienti più fedeli (scopri le diverse tipologie di cliente nel marketing).
I canali a pagamento, invece, possono essere utilizzati per far crescere la brand awareness o per acquisire nuovi clienti.
Infine gli earned media possono ampliare la “forza” di una singola iniziativa di marketing mediante il cosiddetto “effetto a cascata”.
Ciao Angelo, molto interessante e stimolante il terzo punto!
Anche l’influencer marketing in realtà è una sorta di passaparola. Nei prossimi anni ne vedremo delle belle sotto questo fronte.
Ciao Simone,
il passaparola, nell’ambito del marketing di impresa, deve essere caratterizzato dal criterio della spontaneità. L’influencer marketing sotto questo aspetto non può essere considerato una strategia spontanea visto che lo stesso influencer è consapevole di pubblicizzare un prodotto.