Le aziende, nel corso del tempo, hanno la necessità di incrementare la loro liquidità per effettuare nuovi investimenti.
Per raggiungere questo obiettivo, il management aziendale potrà scegliere di finanziare gli investimenti mediante finanziamenti privati ovvero ricorrendo a prestiti bancari.
Nel primo caso, un soggetto privato – soci ma anche stakeholder – finanzieranno gli investimenti con denaro proprio, mentre nel secondo caso saranno gli istituti di credito a erogare una determinata somma di denaro per effettuare acquisti nel medio e lungo termine.
Differenze tra prestiti bancari e finanziamenti privati
La principale differenza tra prestiti bancari e finanziamenti privati è individuabile nelle modalità di restituzione delle somme versate.
Infatti mentre per gli istituti bancari sarà necessario sottoscrivere un piano di ammortamento, con l’applicazione dei relativi tassi di interesse, con i soggetti privati, gli accordi saranno molto più flessibili e potranno prevedere anche la cessione di quote societarie o la restituzione periodica della somme erogate.
Ovviamente per i finanziamenti privati, sarà necessario chiedere il supporto dei professionisti del settore – commercialisti, notai ed avvocati – così da evitare estorsioni o danni economici al sistema aziendale.
È proprio per tali ragioni che la maggior parte delle aziende opta per uno o più prestiti bancari per effettuare gli investimenti nel medio e lungo termine.
Come trascrivere i prestiti bancari in contabilità
I prestiti bancari, come qualsiasi altra operazione economica e finanziaria, devono essere trascritti nei documenti contabili della stessa attività di impresa.
Per completare questa operazione, sarà necessario suddividere il prestito bancario in due sezioni:
- Quota capitale;
- Quota interesse;
La quota capitale sarà costituita dalla somma erogata dall’istituto di credito, mentre la quota interesse sarà data dalla somma di tutti gli interessi – fissi o variabili – calcolati sul capitale versato.
A queste due voci, se ne dovrà aggiungere una terza: le spese bancarie.
Quest’ultima sezione sarà costituita da tutte le spese sostenute dall’impresa per la richiesta del prestito e per il pagamento delle relative rate.
Dove trascrivere i prestiti bancari in contabilità
Una volta individuate le tre voci che ho elencato nel precedente paragrafo, possiamo iniziare a trascrivere i dati nei documenti contabili dell’azienda.
La quota capitale erogata dalla banca andrà trascritta nello stato patrimoniale.
In questo caso, la somma sarà inserita nelle passività (debiti verso le banche) e nelle attività (disponibilità liquide).
Quando sarà effettuato il pagamento di una rata del prestito bancario, la quota restituita sarà detratta dai debiti mentre la somma versata (quota più interessi) sarà detratta dalla liquidità.
Ad esempio, l’azienda X ha sottoscritto un prestito bancario e dovrà pagare € 600,00 (€ 500,00 di quota capitale e € 100,00 di interessi) per quanto riguarda la prima rata.
In questo caso, la quota del capitale (€ 500,00) sarà detratta dai debiti verso le banche, mentre la rata (€ 600,00) dalle liquidità bancarie.
Invece gli interessi versati all’istituto di credito, nonché le eventuali spese bancarie, dovranno essere trascritti nel conto economico.
Entrambe le voci saranno inserite nei costi aziendali. Gli interessi verranno trascritti nella sezione interessi ed altri oneri finanziari, mentre le spese bancarie nella sezione costi per servizi.
Naturalmente, a differenza dello stato patrimoniale, le voci nel conto economico indicheranno soltanto la situazione economica di quell’anno solare e non la somma complessiva degli interessi da versare alla banca.
Conclusioni
I prestiti bancari devono essere trascritti nei documenti contabili dell’azienda.
La quota del capitale erogata dall’istituto bancario sarà trascritta nello stato patrimoniale, mentre gli interessi e le eventuali spese bancarie nel conto economico.