Le spese bancarie in contabilità: come registrarle?

le spese bancarie in contabilità

Gli imprenditori che gestiscono un’attività commerciale sono obbligati ad aprire un conto corrente bancario, o in alternativa postale, su cui far confluire i pagamenti – sia in entrata che in uscita – che non prevedono l’utilizzo del contante.

Quindi sul conto corrente bancario saranno registrate tutte le operazioni commerciali inerenti:

  • Ai bonifici in entrata che in uscita;
  • Ai versamenti degli assegni ricevuti;
  • Ai pagamenti con assegno bancario;
  • Ai pagamenti con le Ri.Ba (scopri come riscuoterla);
  • Ai prelievi e ai versamenti del denaro contante (girconto);

Insomma il conto corrente non è altro che uno strumento bancario che consente ai correntisti, in questo caso agli imprenditori, di svolgere le principali operazioni economiche ovvero di tenere sotto controllo i movimenti finanziari della stessa impresa.

Quali sono i costi di un conto corrente?

Naturalmente, essendo un servizio offerto da società terze, i conti correnti hanno un costo che varia in base al contratto sottoscritto dal correntista.

Il costo sarà influenzato non solo dalla notorietà dell’istituto – nella maggior parte dei casi, le banche più note tendono ad avere costi più elevati – ma anche dalle operazioni incluse nello stesso contratto.

Infatti i conti correnti digitali hanno costi molto più contenuti di quelli tradizionali, in quanto quest’ultimi sono ancora vincolati alle ormai obsolete operazioni allo sportello.

Generalmente i costi di un conto corrente bancario digitale variano da 1 euro ai 3 euro al mese, mentre per quelli tradizionali i costi tendono a raddoppiare o addirittura, in alcuni casi, a triplicare.

Le spese bancarie vanno indicate in contabilità?

Come è facile intuire, i costi del conto corrente devono essere obbligatoriamente registrati in contabilità poiché si tratta di oneri che vanno a determinare l’utile, o la perdita, di esercizio.

Ovviamente ai costi del canone fisso, si dovranno aggiungere tutte le altre spese bancarie sostenute nel corso dell’anno solare.

Quali oneri bancari vanno indicati in contabilità?

Le spese di un conto corrente si possono suddividere in due grandi categorie:

  1. Spese fisse;
  2. Spese variabili;

Le prime includono tutti quei costi fissi che saranno addebitati nel corso dell’anno, mentre le seconde varieranno in base all’utilizzo dello stesso conto corrente.

Le spese fisse di un conto corrente

Le spese fisse di un conto corrente sono principalmente due:

  1. Il canone fisso mensile;
  2. L’imposta di bollo;

Quest’ultima è pari a € 100,00 per le attività di impresa (€ 34.20 per i privati n.d.r.) e si applica a tutti quei conti correnti con giacenza media superiore a € 5000,00.

Generalmente l’imposta di bollo viene versata trimestralmente ma, in alcuni casi, gli istituti bancari possono optare per un prelievo mensile o addirittura annuale (anticipato).

In contabilità, l’imposta di bollo viene indicata con il suo nome mentre il canone fisso confluirà nelle spese di tenuta conto.

Dunque i due costi fissi saranno divisi in due categorie che caratterizzeranno la sezione degli oneri bancari.

Tra gli oneri bancari, bisognerà indicare anche le cosiddette spese variabili ovvero quelle spese che variano nel corso del tempo.

Le spese variabili di un conto corrente

Tra le spese variabili troviamo:

  • Spese per invio bonifici;
  • Spese per operazioni allo sportello;
  • Spese per eventuali comunicazioni;
  • Spese per invio dell’estratto conto;

Le prime due spese sono strettamente connesse con le operazioni eseguite sul conto corrente.

Pertanto le spese per l’invio dei bonifici, o per tutte le operazioni bancarie presso lo sportello, dovranno essere raggruppate nella sezione spese per operazioni bancarie”.

Invece le spese per le eventuali comunicazioni, o per l’invio dell’estratto conto, possono essere azzerate dal correntista qualora optasse per l’invio telematico delle stesse informazioni.

In questo caso, con una semplice email, sarà possibile ridurre le spese inerenti alla trasparenza bancaria e quelle relative agli oneri bancari.

Naturalmente qualora non fosse possibile usufruire dell’invio telematico dei documenti, i costi dovranno essere indicati nell’apposita sezione.

Le spese bancarie in contabilità: conclusioni

Le spese bancarie si dividono in due grandi categorie: spese fisse e spese variabili.

Le prime includono canone di tenuta conto ed eventuale imposta di bollo, mentre le seconde tutte quelle spese che variano in base al contratto stipulato all’apertura del conto corrente bancario.

Naturalmente entrambe le spese vanno indicate in contabilità aziendale in quanto vanno a determinare l’eventuale utile, o perdita, di esercizio.

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About Angelo Cerrone

Laureato con il massimo dei voti e relativa lode in Comunicazione di impresa, ho dedicato gran parte della mia vita al marketing e alla comunicazione digitale. Sono membro del Cda della CF Metal e ho realizzato gli ebook: "Marketing Maps" e "Come gestire l'assistenza clienti con Whatsapp".

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