I pagamenti digitali sono sempre più diffusi tra le aziende italiane – ma anche tra gli utenti della rete – visto che li utilizzano nei loro processi di acquisto e di vendita.
Al momento, i digital pay rappresentano un’opportunità di business poiché con questo strumento è possibile incrementare i ricavi e le relative quote di mercato.
Inoltre con i pagamenti digitali, le imprese possono gestire, in modo ottimale, la contabilità e controllare periodicamente i movimenti in entrata e in uscita.
Quali sono i pagamenti digitali più utilizzati dalle imprese?
In questo particolare periodo storico dove stiamo assistendo ad una vera e propria “rivoluzione” digitale delle imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, tantissimi istituti bancari e finanziari – ma anche società private – stanno lanciando sul mercato i loro servizi di digital pay.
Questi servizi possono essere suddivisi in due grandi categorie:
- Servizi virtuali;
- Servizi semi-virtuali;
I servizi virtuali sono quelli che non prevedono né una sede fisica dell’istituto né la consegna di una scheda “bancomat”, mentre i servizi semi-virtuali prevedono solo la distribuzione di una scheda fisica per i prelievi.
Nel primo caso, l’azienda potrà gestire i movimenti in entrata e in uscita online – attraverso bonifici o codici Qr – mentre nel secondo caso, il responsabile avrà la possibilità di effettuare prelievi presso gli sportelli Atm.
Tra i tantissimi pagamenti digitali presenti sulla rete, troviamo:
- Paypal (scopri come creare una fattura proforma con Paypal);
- Google Pay;
- Facebook Pay;
- Samsung Pay;
- Apple Pay;
E altri digital pay più o meno noti tra gli utenti della rete.
Come gestire i pagamenti digitali in contabilità
In ambito aziendale, aprire uno o più conti digitali implica la gestione degli stessi conti in contabilità.
Per far ciò sarà necessario operare su due livelli:
- Sulla prima nota (scopri cos’è la prima nota);
- Sula registrazione dei documenti;
Nel primo caso, il responsabile della contabilità dovrà trascrivere quotidianamente le entrate e le uscite economiche – sui conti digitali – nella prima nota.
Mentre nel secondo caso, lo stesso addetto dovrà registrare i documenti relativi ai movimenti già trascritti nella prima nota.
I pagamenti digitali: la prima nota e i relativi documenti
Nella prima nota, il responsabile della contabilità dovrà semplicemente creare tutti i conti digitali intestati all’azienda e successivamente annotare le entrate e le uscite.
Si tratta di un’operazione non troppo complessa che consentirà all’azienda di tener sotto controllo i costi e i ricavi di un determinato periodo.
La prima nota può essere gestita manualmente oppure elettronicamente con un software di contabilità.
Invece le fatture in entrata e in uscita – ma anche gli altri documenti – relative ai pagamenti digitali dovranno essere registrate con le stesse modalità previste per la fatturazione elettronica.
Dunque il documento dovrà essere inviato mediante il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate oppure consegnando manualmente, o via Pec, il documento.
Quest’ultima operazione è indispensabile per chi non ha l’obbligo della fatturazione elettronica o per chi deve consegnare documenti non fiscali (ad esempio quietanze di pagamento).
Una volta inviato o ricevuto, il documento dovrà essere registrato per calcolare l’Iva e le altre imposte previste dalle normative italiane.
Conclusioni
I pagamenti digitali sono sempre più diffusi tra le aziende e ciò deve condurre le stesse attività imprenditoriali a registrare le operazioni in contabilità.
La registrazione dovrà riguardare i movimenti economici e finanziari – nella prima nota – e i relativi documenti elettronici ovvero cartacei.